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Mangiare biologico: una scelta consapevole

Mangiare biologico: una scelta consapevole

In un momento di crisi vi sono dei settori economici che esplodono e saranno, molto probabilmente, il volano di una nuova ripresa futura. Uno tra questi è il settore agroalimentare biologico, che cresce mediamente del 5-6% l’anno. Nuovi appezzamenti agricoli vengono convertiti al biologico e nuova domanda si genera, aumentando l’attenzione sul fenomeno. Come ben si può immaginare, un comparto così prolifico attrae anche interessi economici forti e non sempre eticamente corretti. Allora è giusto precisare che non tutto il Biologico è uguale, richiamando ancora una volta l’attenzione del consumatore, che non deve fermarsi allo slogan o al termine generico per garantirsi la qualità. Infatti, leggendo più approfonditamente l’etichetta di un prodotto biologico (identificabile dalla fogliolina verde), si scopre che vi sono tre categorie:

-          Biologico da Agricoltura Italiana

-          Biologico da Agricoltura UE

-          Biologico da Agricoltura extra-UE

Vi sono poi le combinazioni tra queste, se la materia prima proviene da agricolture diverse.

Le differenze nelle linee produttive, nei prodotti e trattamenti consentiti sono abissali passando da una tipologia all’altra, a tal punto da poter affermare che una farina o un legume proveniente da Agricoltura Biologica Italiana è un prodotto completamente diverso dallo stesso raccolto in un campo certificato come biologico nei paesi extra Europei.

La normativa europea, però, consente di denominare tutti i prodotti biologici allo stesso modo, di poterli mescolare ed accumunare, anche se, per produrli, gli agricoltori italiani e quelli di altri paesi oltre confine non sono stati sottoposti alle stesse regolamentazioni, agli stessi divieti, agli stessi controlli e non hanno sopportato gli stessi costi.

E’ chiaro allora perché, nell’euforia di mangiare bio, nella grande distribuzione nascono linee ad hoc che non potrebbero mai essere sopperite dalla vera agricoltura biologica italiana, sia per costo sia per estensione. Allora, sfruttando l’ambiguità normativa, si vende nei grandi supermercati  il Biologico UE ed extra UE, meno costoso e meno vincolato da controlli, a consumatori sempre poco informati e consapevoli.

L’agricoltura Biologica Italiana sana ed etica, frutto degli sforzi dei nostri agricoltori, rimane quindi relegata ad un mercato di nicchia, introvabile negli scaffali dei grandi supermercati. Così, solo un consumatore attento ed avveduto è in grado di rintracciare questo tesoro di qualità e salute nelle campagne italiane.

Silvia Barrucco

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